PROGETTO PEDAGOGICO
Indice
- Premessa
- Identità
- Origini del servizio
- Idea di bambino
- Finalità educative
- Gli Spazi
- Strutturazione degli spazi
- Il gioco
- Tempi
- Routine
- Giornata tipo
- Inserimento
- Ruolo del personale educativo
- La professionalità del gruppo di lavoro
- Gestione sociale rapporti con le famiglie
- Continuità
- Documentazione
- Valutazione
Progetto Pedagogico
Premessa
Il progetto è stato elaborato dalle educatrici della sezione e condiviso collegialmente dalle figure professionali presenti nella Scuola per l’Infanzia.
Con il progetto pedagogico vogliamo illustrare ciò che ci si propone di realizzare all’interno della nostra Sezione Primavera. Lo possiamo definire una sorta di carta d’identità fatta di obiettivi, interventi, ambizioni, proposte, iniziative… che partono dalla nostra idea di bambino, inteso come persona che possiede il diritto di avere l’opportunità di costruire armonicamente ed integralmente la propria personalità, soddisfacendo le proprie esigenze di ordine materiale e non ed esprimersi secondo la sua natura.
Queste esigenze vanno soddisfatte in un contesto ambientale favorevole che stimoli e promuova l’esperienze relazionali in un clima affettivo positivo, gioioso e giocoso volto all’esplorazione costruttiva che permetta a tutti i bambini di continuare la loro storia, utilizzando competenze e conoscenze acquisite.
Il momento dell’ingresso dei bambini in un contesto di comunità è importantissimo in quanto legato al bisogno degli esseri umani di stare in contatto con gli altri e di comunicare.
La relazione interpersonale rappresenta una fase fondamentale della crescita, che ha come punto di partenza il primo rapporto con la mamma, dalla fase prenatale fino alla formazione della propria identità e successivamente al riconoscimento e alla distinzione di se stesso separato dagli altri.
La condizione necessaria affinché i bambini abbiano l’opportunità di soddisfare a pieno le proprie esigenze consiste nella sicurezza affettiva che gli adulti gli offrono attraverso una relazione di Ascolto – Attenzione – Fiducia e Alleanza Educativa.
Identità
La Sezione Primavera della Scuola per l’Infanzia Corpus Domini nasce nel 1999 e si basa su alcune caratteristiche della scuola dell’infanzia: è una realtà popolare, libera, autonoma, solidale e comunitaria. Imposta la propria proposta educativa su una cultura del realismo, della bellezza, dei valori originati dalla tradizione cristiana espressiva dell’oggettiva dignità e centralità della persona umana.
La Scuola per l’Infanzia Corpus Domini e dunque anche la Sezione Primavera vive un’autonomia sostanziale che si articola su tre livelli:
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istituzionale, in ordine alla definizione dei propri fini da perseguire, presenti nello statuto dell’Ente;
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pedagogica, in ordine alla progettualità educativa, attraverso la quale le finalità sono tradotte in un percorso formativo;
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organizzativa, in ordine alla possibilità e alla capacità di organizzare le risorse per realizzare i fini istituzionali e le finalità educative espresse nel progetto educativo.
Origini del nostro servizio
La Sezione Primavera è un servizio per la prima infanzia (scuola), istituito nell’anno scolastico 1999/2000 per rispondere ai bisogni delle famiglie e ampliare e diversificare la propria offerta formativa.
Per dare la possibilità ai bimbi di riconoscere l’appartenenza a un gruppo è stato attribuito il nome di “Pesciolini” alla sezione.
La sezione accoglie massimo 20 bambini senza fare distinzione e discriminazione alcuna; i genitori, accettando il progetto educativo della scuola, richiedono di iscriversi.
L’integrazione di questo nuovo servizio con quello già esistente si è nel tempo qualificata sia per la flessibilità che per l’organizzazione che mette al centro i bisogni dei bambini e delle famiglie. Si garantisce inoltre nella progettualità una continuità verticale Nido – Scuola dell’Infanzia basata su un percorso longitudinale di obiettivi socio-cognitivi e su una continuità educativa e didattica che collega le due realtà.
La nostra idea di bambino
Nell’esplicitare la nostra idea di bambino abbiamo fatto nostro il manifesto dei diritti naturali dei bambini e delle bambine redatto da Gianfranco Zavalloni, che ci trova allineati alla filosofia e al messaggio che racchiude. I bambini sono prima di tutto soggetti di diritti ed è questa la filosofia e la cultura che intendiamo diffondere attraverso il nostro servizio educativo.
Nel tempo trascorso al Nido si potranno prevedere momenti d’ozio, ci saranno occasioni impreviste ed imprevedibili dove i bambini/e apprenderanno le regole dello stare insieme e del giocare con gli altri che non saranno imposte dagli adulti, ma solo sollecitate.
I bambini avranno la possibilità di toccare, sperimentare anche sporcandosi scoprendo cose nuove, giocando con semplici oggetti offerti dalla natura, con i loro profumi e i loro colori. Valorizzeremo la parola attraverso il racconto, le fiabe, le narrazioni, sollecitando il dialogo anche attraverso piccole discussioni. I nostri bambini/e avranno l’opportunità di mangiare cibi sani, di poter usufruire di uno spazio aperto e sicuro dove poter correre liberamente, stando a contatto con la natura ascoltando quei rumori e quei silenzi che essa ci regala, osservando sfumature di colori che raramente si incontrano.
Questi sono i nostri intenti, poiché pensiamo ai bambini come individui competenti, attivi, protagonisti.
Abbiamo un’ immagine ricca e forte dell’infanzia con un corrispondente ruolo dell’adulto dove la sua azione è mirata al rispetto delle diversità dei bambini negli stili comportamentali. Pensiamo ad un bambino attivo e costruttivo che sollecita l’adulto nell’organizzazione di opportunità stabilmente presenti nel contesto dalle quali attingere esperienze molteplici e varie.
I DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE
1. Il diritto all’ozio A vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti.
2. Il diritto a sporcarsi: a giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti.
3. Il diritto agli odori: a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura.
4. Il diritto al dialogo: ad ascoltare e poter prendere la parola, interloquire e dialogare.
5. Il diritto all’uso delle mani: a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco.
6. Il diritto ad un buon inizio: a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura.
7. Il diritto alla strada: a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade.
8. Il diritto al selvaggio: a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi.
9. Il diritto al silenzio: ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua.
10. Il diritto alle sfumature: a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare nella notte la luna e le stelle.
(Gianfranco Zavalloni)
Finalità educative
La Sezione Primavera vuole essere un servizio educativo in grado di assicurare un adeguato sviluppo psico-fisico e relazionale di tutti i bambini in collaborazione con la famiglia.
Il nido è organizzato in modo da garantire :
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Costruzione della corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia in ordine all’azione educativa.
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Promozione del confronto su tematiche educative e familiari.
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Padronanza del proprio corpo in relazione agli altri.
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Conoscenza dell’ambiente circostante, con decodificazione delle informazioni sensoriali e sperimentazione senso-percettiva.
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Conquista dell’autonomia personale nell’alimentazione, nell’abbigliamento, nell’igiene.
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Sviluppo delle potenzialità fisiologiche (controllo neuromuscolare): con controllo e coordinamento della motricità nel suo complesso.
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Promozione della competenza comunicativa (linguaggio verbale e non verbale).
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Sviluppo delle capacità cognitive finalizzate a comprendere sistemi di significato gradualmente più elaborati e complessi.
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Affinamento delle capacità manipolative, costruttive e grafiche.
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Rielaborazione del rapporto con le figure genitoriali.
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Acquisizione di fiducia nel luogo e nelle educatrici da parte del bambino e dei suoi familiari.
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Buona condivisione di spazi, attività, materiali con gli altri.
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Capacità di interazioni con i compagni.
Nel proseguire le suddette finalità gli interventi educativi si caratterizzano per coerenza e continuità in ordine allo sviluppo dell’identità e dell’autonomia, nei rispetti delle varie fasi di sviluppo e apprendimento del bambino.
Il gioco
Nella Sezione Primavera, si attribuiscono al gioco infantile grandi potenzialità educative proprio perché è un’attività che possiede qualità sociali e di scambio gioioso. Sono allestiti accuratamente gli spazi con materiali stimolanti. Le varie attività di gioco sono state organizzate per favorire la libera espressione dei bambini ed è attraverso il gioco che apprendono, conoscono, agiscono, producono, esprimono ed entrano in contatto con la realtà per conoscerla e in parte modificarla.
Il gioco libero è la massima espressione spontanea del bambino che sviluppa la creatività e la ricerca di sé favorendone l’autostima, l’autonomia e la socializzazione fra bambini. È nostro compito offrire al bambino la massima libertà di esplorazione dell’ambiente.
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Giochi motori: tendono alla conoscenza graduale del proprio corpo sviluppando le capacità motorie (correre, saltare, scendere, salire, stare in equilibrio, andare indietro). Per le attività motorie utilizziamo tappeti, strutture in legno, in plastica, scivoli. Le attività vengono svolte sia nel salocino che all’aperto e possono essere realizzate individualmente o per gruppi sotto la guida dell’insegnante.
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Giochi per comunicare: hanno per obiettivo lo sviluppo del linguaggio e della conoscenza di persone, cose, ambienti. Filastrocche, canzoncine, piccole storie sviluppano il senso del ritmo, la memoria, la socializzazione, oltre ai concetti spazio temporali. Per tali attività utilizziamo lettere, cd, album, libri, teatro di burattini. I canti che accompagnano una buona parte della giornata favoriscono lo sviluppo della socialità fra adulti e bambini e fra il gruppo dei pari.
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Giochi per manipolare: attraverso l’uso dei materiali diversi, per sviluppare la sensibilità tattile, la motricità grossolana e fine. Imparare a modellare forme semplici, apprendere il concetto dentro fuori, di quantità, di trasformazione della materia. I materiali usati sono molteplici didò, pongo, das, creta, sabbia, carta farina, pastina… Tazzine, imbuti, secchielli, pentoline… serviranno per riempire, svuotare, travasare.
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Giochi da incastro: sono strettamente collegati allo sviluppo delle capacità spazio temporali e per la coordinazione occhio-mano; sviluppano la capacità manipolativa del bambino. A questi giochi partecipano gruppetti di bambini, seduti vicino ai tavolini, o nell’angolo delle costruzioni.
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Gioco simbolico: è il gioco del “far finta”, molto divertenti che permettono ai bambini di riprodurre personaggi, luoghi, situazioni della loro esperienza; dalla vita quotidiana viene imitata l’attività del papà, della mamma, dei nonni, dei fratelli… Si utilizzano materiali che provengono o ricordano l’ambiente familiare.
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Giochi figurativi: l’attività di pittura viene proposta ai bambini per piccoli gruppi, utilizzando diverse tecniche e materiali. Usati comunemente sono i pennarelli, le cere, i colori a dito, fogli di varie dimensioni cartoni, pannelli…
Attività guidate
Oltre ai momenti privilegiati di gioco spontaneo ai bambini vengono proposte attività strutturate e guidate dalle educatrici che mirano al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla programmazione didattica. Le attività svolte in piccoli o grandi gruppi, riguardano laboratori di pittura, laboratori sonori, manipolazione ecc.
Strutturazione degli spazi
La S.P. è un luogo di vita quotidiana, dove è possibile fare esperienze e stabilire relazioni significative. Gli spazi sono organizzati in funzione dell’età e in funzione delle proposte educative, tenendo conto dei bisogni dei bambini che, stimolati dalla curiosità, esplorano, conoscono un contesto dove possono sentirsi rassicurati e tranquilli. Lo spazio si può dire che parla, ogni bambino e genitore che entra al nido già da un primo sguardo coglie l’immagine della struttura. Ogni spazio comunica qualcosa attraverso la sua forma, le sue dimensioni e la sua luminosità.
La S.P. è costituita da due ambienti di cui uno arredato con tavoli e armadietti utilizzato sia nel momento del pranzo che nel momento delle attività laboratoriali . L’altro è un saloncino diviso ad angoli che nel pomeriggio si trasforma in stanza della nanna.
Sono presenti inoltre i servizi igienici arredati adeguatamente per rispondere ai bisogni di cura dei bambini.
Gli angoli allestiti nel saloncino si dividono in:
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Angolo delle costruzioni: individuato da una scatola blu con sopra un’immagine distintiva contenente mattoni in plastica morbida e rigida per giocare. Con questo gioco ci si esercita a:
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sovrapporre, combinare, assemblare, distruggere;
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distinguere forme e colori;
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costruire ciò che la fantasia suggerisce;
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riconoscere e mettere ogni pezzo al posto giusto;
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acquisire una maggiore abilità nei movimenti della mano afferrando forme di vario genere;
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distinguere materiali morbidi e rigidi.
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Angolo della lettura: costituito da una libreria in legno che contiene libri di ogni tipo che i bambini possono raggiungere e utilizzare da soli e divanetti su cui sedersi a leggere. I bambini hanno la possibilità di:
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scegliere quello preferito;
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guardare, commentare, leggere le immagini;
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fare domande e attendere risposte;
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immaginare, rappresentarsi, inventare;
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sperimentare col tatto;
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Angolo della cucina: l’angolo è composto da una cucina in legno, un mobile che funge da credenza per stoviglie e alimenti, tavolini e sgabelli.
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Angolo morbido: attrezzato con un grande materasso, cuscini e uno specchio dove i bambini possono:
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fare capriole;
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coccolarsi ed essere coccolati;
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stare sdraiati e guardare un bel libro;
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osservarsi in movimento.
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Angolo della tana: costituito da una casetta con pareti morbide, porta e finestre.
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Angolo delle macchinine: costituito da un tappeto e una scatola verde contenenti le automobiline.
Tempi
Tutto il tempo della giornata al nido è scandito da un ritmo caratterizzato da stabilità e godibilità da parte del bambino a partire dai suoi bisogni. La giornata è pensata e agita attraverso l’offerta di spazi, attività, modalità di gestione stabili e coerenti.
Giornata tipo
Orario Attività
- – 9.00 Accoglienza
9.00 – 9.30 Finestrelle delle presenze, cura del pesciolino e spuntino
9.30 – 11.00 Gioco, attività didattica
11.00 – 11.40 Cura, igiene e preparazione per il pranzo con racconti e canzoncine per intrattenere
11.40 -12.30 Pranzo
12.30 – 14.00 Prima uscita
12.30 – 13.00 Igiene personale, cambio e gioco libero
13.00-13.30 Preparazione al riposo pomeridiano con musica rilassante e lettura di racconti
13.30 15.30 Riposo
15.30 -16.00 Risveglio, igiene personale e merenda
16.00 -16-30 Uscita
Le routines
Le routines sono costituite da tutte quelle attività ed azioni che si ripetono quotidianamente con le stesse modalità e in un preciso momento della giornata dando una scansione temporale degli eventi. Il bambino non avendo ancora le strutture mentali che gli consentono di gestire la successione temporale degli eventi potrebbe vivere con ansia la giornata al nido, ma sono proprio i riti a dargli sicurezza in quanto gli forniscono la possibilità di gestire i tempi e prevedere gli avvenimenti futuri.
L’accoglienza
Avviene nel saloncino ed è il momento più delicato della giornata: lasciare il genitore è sempre faticoso ed è per questo che le educatrici cercano di rispettare i bisogni di ogni singola coppia bambino – genitore, offrendo loro un ambiente caldo e accogliente ed un atteggiamento affettuoso e rassicurante per entrambi.
Il cambio
Il benessere del bambino dipende anche da come l’adulto di riferimento si relaziona con lui, da come lo tocca, gli parla, gli sorride. È importante che l’educatrice in questo momento non proponga movimenti rapidi, né meccanici, ma riesca a renderlo attraverso la sua calma, tranquillità e sicurezza, un momento di intimità e affettività. Cambiare il pannolino, curare la pulizia corporea, sono momenti privilegiati sia per il contatto corporeo fra adulto e bambino, sia per la possibilità che ha il bambino stesso di cominciare a conoscere il proprio corpo e le sue parti. Questi momenti sono accompagnati inoltre da scambi verbali e gioiosi. Con l’aiuto dell’educatore, il bambino impara ad amare il suo corpo, a rispettarlo, tenerlo pulito e in ordine prendendo confidenza con l’acqua e con tutto ciò che si dimostra necessario per mantenere una corretta igiene di se stesso.
Il pranzo
Questo momento è caratterizzato da una ritualità di gesti e comportamenti che offre al bambino un contesto rassicurante che lo riporta al suo legame affettivo con la famiglia. È dunque un momento ricco di emozioni dove l’educatrice con pazienza e disponibilità si prende cura di lui. Mangiare insieme è un’azione educativa e didattica attesa con gioia da tutti; i bambini imparano a scoprire i profumi e i sapori, ad utilizzare le posate, a mangiare autonomamente e vivono e il piacere di stare insieme a tavola con i loro coetanei. Nel piatto il bambino riceve dapprima una quantità di cibo piccola per non spaventarlo e permettergli di scegliere se ne vuole ancora o no. Il clima relazionale è importante: l’educatrice non forza, non rimprovera, sta seduta con i bambini e li aiuta, dialoga con loro serenamente, li lascia liberi di raccontare e di esprimersi nei rapporti interpersonali.
Attraverso il cibo i bambini mettono in atto processi di conoscenza mediante il loro spirito di osservazione e la loro capacità esplorativa di gusto, olfatto, tatto e vista.
Il riposo
Orari regolari e tranquillità favoriscono il riposo pacifico del bambino, che non va mai bruscamente risvegliato. È fondamentale una stretta collaborazione tra famiglia e nido, per far sì che i suoi tempi e riti di addormentamento siano rispettati e vi sia una certa continuità nei comportamenti. La stanza dove i bambini riposano è areata e non completamente oscurata; prima del riposo si evitano giochi di gruppo e chiassosi .Ci si prepara al sonno ascoltando musiche rilassanti e leggendo racconti. Se il bambino rifiuta di coricarsi o con fatica si addormenta questo, può rivelare un timore per il “distacco” dall’ambiente familiare, quindi durante l’addormentamento è aiutato a rilassarsi ed è rassicurato. L’ educatrice rispetta le abitudini ed i rituali dei singoli bambini anche al risveglio.
L’uscita
In questa parte della giornata occorre creare un’atmosfera tranquilla e rilassata per non alimentare nel bambino una sensazione di “ansia da attesa” del genitore. Questo momento offre la possibilità ai genitori e alle educatrici di interloquire fra loro scambiandosi informazioni e ponendo domande sull’andamento della giornata trascorsa. Le educatrici rispettano comunque il bambino che in questo momento di ricongiungimento, ha bisogno di essere al centro dell’attenzione e sentire che il genitore è lì per lui.
L’ inserimento
L’inserimento del bambino nella S.P. è preceduto da tre momenti per meglio favorire una prima conoscenza e scambio di informazioni:
I genitori e i bambini vengono invitati a partecipare a:
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Una giornata gioco nella scuola, un sabato mattina del mese di maggio che consente di cominciare a familiarizzare con lo spazio e delle nuove figure adulte. In questa occasione si concorda insieme ai genitori il calendario degli inserimenti.
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I genitori sono poi invitati a un’assemblea all’inizio di settembre quale occasione d’incontro e conoscenza con le educatrici, di presentazione delle modalità di inserimento e di risposta ad eventuali domande, si chiariscono dubbi e curiosità.
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Il primo giorno di frequenza a scuola i genitori sono invitati a un colloquio quale occasione di presentare il proprio figlio alle educatrici. Queste ultime oltre a raccogliere le informazioni sul bambino presentano ai genitori il servizio, i suoi aspetti organizzativi, le finalità e le modalità educative che lo caratterizzano.
La primissima esperienza di distacco del bambino dalla sua famiglia è un evento carico di emotività, che scatena e mette in azione un complesso meccanismo di nuovi equilibri, dei quali entrano a far parte nuove figure del tutto estranee sia al vissuto del bambino che alle sue abitudini e alle dinamiche affettivo-relazionali fino a quel momento instaurate con la mamma e il papà.
Anche il nuovo contesto ambientale porta a una modifica delle strutture mentali del bambino che, per quanto in tenera età, è già in grado di cogliere la sostanziale differenza che intercorre tra l’ambiente casalingo fatto di rumori e suoni noti, di odori riconoscibili, di voci care, di visi rassicuranti e “il mondo tutto da scoprire” che è la S.P. dove i rumori sono tanti e sconosciuti gli odori diversi e difficilmente riconducibili ad esperienze familiari. Le voci si mescolano, si accavallano, canti musiche si intrecciano con voci e pianti di bimbi, che a loro volta affrontano il difficile momento del distacco/affidamento.
Accanto a questo turbine di sentimenti e sensazioni del tutto sconosciute che investono il bambino, si muove e agisce la famiglia ed in particolare la mamma , la quale rappresenta il legame affettivo più intenso e profondo.
In questo delicato quadro affettivo emotivo si colloca la figura dell’educatrice che, attraverso la comunicazione con le famiglie e l’osservazione della relazione mamma-bambino, cerca di inserirsi con garbo e dolcezza avvicinando gradualmente il bambino, senza mai prevaricare né contraddire le decisioni e gli stili educativi impostati dalla famiglia.
È in quest’ottica di rispetto e reciprocità che s’instaurerà quel legame fatto di fiducia e “affidamento” che costituisce la base per un positivo e producente cammino che accompagnerà la crescita ed i traguardi evolutivi del bambino nella sua esperienza nel contesto di comunità.
L’inserimento è un momento molto importante per il bambino e affinché si integri dolcemente, si predilige una modalità graduale.
Gli inserimenti fatti a piccoli gruppi, garantiscono la massima attenzione e ascolto dei bisogni. Nella prima settimana di ambientamento, un genitore o entrambi stanno con il bambino, lo accompagnano nei primi momenti di gioco, poi si allontanano solo per poco tempo. In questa fase è molto importante l’osservazione delle reazioni del bambino. Le educatrici, in base al comportamento che il bambino manifesta, sanno indicare al genitore il momento adatto per iniziare a frequentare regolarmente. Tutti i bambini, con tempi e modalità diverse vivono il momento di passaggio fra la situazione domestica (conosciuta e rassicurante) e quella del nuovo contesto con una fase di crisi.
I tempi dell’inserimento sono cosi organizzati:
per le prime tre settimane frequentano gradualmente solo di mattina; successivamente vengono inseriti al pranzo e dopo circa due settimane al sonno.
Legato al momento dell’inserimento viene proposto un progetto che viene realizzato nei primi due giorni di frequenza: “la mamma crea l’amico che mi farà compagnia al nido”.
Nasce come filo conduttore famiglia-bambino-scuola. La realizzazione di questo progetto prevede che ogni famiglia recuperi insieme al bambino il materiale per creare un cuscino che prenderà la forma del personaggio fantastico che farà da sfondo per l’anno scolastico e l’occorrente per decorarlo. Nella scelta dei materiali è molto importante il coinvolgimento del bambino. Il primo giorno di inserimento il genitore, aiutato dal proprio bambino, inizia a preparare il cuscino. Il progetto, nato e sviluppato in continuità tra nido e famiglia permette:
Ai genitori di aggregarsi a piccoli gruppi con altri genitori, conoscersi, socializzare e dissolvere piccole problematiche tipiche dei bambini di questa età. Raccontare propri vissuti ed esprimere eventuali timori sulla fase di inserimento; di vivere in diretta l’esperienza di inserimento del proprio figlio; di conoscere in pratica gli operatori del servizio.
Ai bambini di vedere il genitore indaffarato come fosse a casa e di acquistare tranquillità e sicurezza verso l’ambiente, anche se ancora sconosciuto, non temendo la fuga improvvisa del genitore.
Alle educatrici del servizio di tenere impegnato il genitore e seguire direttamente il bambino nel gioco ludico per subentrare più facilmente come punto di riferimento;
acquisire la fiducia di bambino e genitori; simpatizzare con il bambino.
Ruolo del personale educativo
All’educatore è richiesta una notevole competenza nell’educazione del bambino, con specifico riferimento alla psicologia della prima infanzia, alla pedagogia, alla pediatria e alla puericultura. Deve essere in grado di individualizzare gli interventi in funzione delle esigenze specifiche di ciascun bambino, pertanto deve saper osservare, programmare, valutare. L’insegnante dà vita a una progettualità che ha come obiettivo la capacità di soddisfare le esigenze dei bambini e di sollecitare le potenzialità allo sviluppo. L’opera educativa risulta efficace quando la scelta dei contenuti e delle strategie educative è chiara ed è in sintonia con la realtà del bambino e quando l’opera didattica, che tende a promuovere i processi di assimilazione di nuove esperienze educative e formative, viene progettata in base alle caratteristiche del contesto socioculturale nel quale l’istruzione educativa opera. I contenuti relativi ai vari sistemi simbolico culturali, le metodologie, le tecniche didattiche danno vita allora a un progetto di lavoro non rigido, ma flessibile, aperto alla costante verifica riguardo ai progetti di ciascun bambino, al suo sviluppo, alla sua maturità, ai suoi apprendimenti, ai condizionamenti provenienti dalla situazione ambientale di vita familiare, del quartiere, del gruppo sociale a cui lo stesso bambino appartiene.
È compito dell’educatore assolvere principalmente alle funzioni di organizzare la vita della sezione, fare da tramite tra i bambini e il contesto stimolandoli alla sperimentazione nei diversi ambiti dell’apprendimento.
La professionalità: “il gruppo di lavoro”
La sezione è gestita da un gruppo di lavoro formato da vari operatori con diversi ruoli professionali che operano in una dimensione collegiale garantendo uno stile condiviso attraverso una comunicazione e uno scambio costante.
Il gruppo degli operatori è formato da:
personale ausiliario
personale educativo
una coordinatrice pedagogica interna
direttrice
coordinatrice pedagogica esterna (Fism)
Tutto il personale è in possesso dei requisiti previsti dalla legge.
Le competenze professionali delle educatrici comprendono le seguenti categorie generali:
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conoscenze psicopedagogiche della prima infanzia;
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conoscenza e analisi delle tematiche inerenti l’infanzia nella cultura contemporanea;
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capacità di gestire le dinamiche relazionali nel rapporto adulto/bambino e adulto/adulto;
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capacità di assumere, interpretare e realizzare una dimensione professionale collaborativa nell’ottica del lavoro di équipe.
La coordinatrice interna pianifica la formazione degli insegnanti, elabora gli standard qualitativi riguardanti il servizio ed assicura il monitoraggio periodico per la verifica della corretta applicazione del progetto pedagogico.
La direttrice cura tutta la parte amministrativa e i rapporti con le istituzioni esterne.
Preziosa è la collaborazione con la Coordinatrice Fism che offre confronto e scambio sulle diverse proposte formative e sostiene le relazioni con le altre scuole sul territorio.
Risulta molto importante la formazione proposta dalla Fism, dal quartiere e dalla provincia.
Nella sezione operano inoltre: personale di cucina e personale ausiliario addetto alle pulizie, tale personale ha seguito la specifica formazione HACCP ed è sempre molto attento alla pulizia e all’igiene, seguendo le indicazione e norme dell’AUSL.
Rapporti con le famiglie
La comprensione del bambino da parte delle educatrici non può prescindere da una contemporanea e parallela conoscenza della famiglia, per cui impegno primario delle educatrici è favorire la costruzione del dialogo, quale mezzo per riconoscere tutti i messaggi possibili per entrare in comunicazione con loro. L’obiettivo sarà quello di instaurare un rapporto non tanto tra istituzione e famiglia, ma tra persona e persona. Saranno pensati incontri finalizzati alla conoscenza reciproca utili per instaurare una conoscenza psicologica.
Prima dell’ingresso del bambino nella S.P. vengono organizzati incontri per conoscersi scambiarsi informazioni per costruire un importante processo di alleanza educativa.
Sono previsti inoltre incontri di gruppo in sezione tra genitori ed educatrici dove accanto alla presentazione del progetto educativo e al dibattito sulle problematiche legate alla genitorialità si arriva a una sentita condivisione dell’esperienza in modo da cercare di superare le ansie comuni e il senso di isolamento che molti genitori vivono all’incontro con l’esperienza di comunità. Infine la realizzazione di colloqui individuali in corso e a fine anno hanno la finalità della condivisione e del reciproco ascolto.
Anche le feste offrono ai genitori la possibilità di stare insieme con i propri figli e condividere con loro per alcune ore gli spazi e i loro giochi in compagnia delle educatrici. Allo stesso tempo essendo momenti informali rappresentano occasioni per interagire con i genitori in maniera alternativa, ma significativa. Nel corso dell’anno oltre agli appuntamenti sopra esplicitati ve ne sono altri che favoriscono la comunicazione e lo scambio fra famiglie sia della Scuola per l’Infanzia che della Sezione Primavera .
Due momenti significativi sono i laboratori coi genitori che in occasione della festa di Natale e quella di fine anno organizzano la drammatizzazione di un racconto o giochi e canzoni di gruppo che verranno proposti ai bambini in occasione delle feste.
Continuità educativa
La S.P. si colloca nel contesto formativo della Scuola per l’Infanzia. Fondamentale è creare rapporti di integrazione, collaborazione e scambio sia all’interno dell’ambito scolastico che nel rapporto con le famiglie per garantire una continuità “orizzontale” e “verticale”.
La continuità orizzontale si focalizza sull’incontro tra S.P. e istituzioni (famiglia e territorio) e diversi sono i momenti di incontro tra famiglia e scuola e risorse presenti sul territorio. Si svolgono a tal proposito uscite tra genitori, insegnanti e bambini; esperienze teatrali; laboratori; momenti di formazione con esperti esterni ecc.
Quella verticale invece si focalizza su uno stretto rapporto tra S.P. e Scuola dell’Infanzia, puntando principalmente sull’interazione educativa onde evitare un brusco passaggio e favorire l’adattamento.
Durante l’anno infatti sono previsti diversi progetti che prevedono momenti di intersezione con bambini e insegnanti della Scuola per l’Infanzia e sono:
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pranzo di Natale;
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festa di Carnevale;
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imposizione delle Ceneri;
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benedizione delle uova di Pasqua
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gita fatta a conclusione dell’anno scolastico;
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nella seconda parte dell’anno sono pensati momenti di intersezione i bambini della S.P vengono invitati a pranzo e fanno attività coi bambini della Scuola per l’Infanzia.
Stile di verifica e documentazione
Documentare le esperienze, gli itinerari didattici e la vita in un servizio educativo significa non solo rendere visibile e leggibile la prassi didattica ma anche il modello pedagogico che ci sta dietro, quindi raccontare e raccontarsi.
Nella documentazione da noi proposta si possono distinguere due livelli differenti:
1) all’interno del gruppo dei bambini della S.P. In questo ambito anche le pareti parlano mostrando il prodotto del gruppo come stimolo all’innovazione educativa e alla valorizzazione dei lavori.
2) la documentazione esterna per mostrare come si vive e come si produce.
Quando parliamo di documentazione facciamo riferimento ai lavori dei bambini che possono essere portati a casa come ricordo. Nella documentazione rientrano anche foto, filmati e testi che racchiudono il pensiero dei bambini; la documentazione è il racconto didattico di ciò che si fa con i bambini, che narra la storia del percorso di lavoro che rientra nel progetto educativo. È nello scambio e nella messa in comune della propria esperienza che la documentazione acquista una validità pedagogica.
La documentazione è fondamentale per un momento di valutazione formativa del proprio lavoro in quanto si propone come occasione di ampliamento di sviluppo qualitativo dell’azione educativa degli operatori.
La documentazione ha valenza inoltre storica perché costituisce una testimonianza del lavoro svolto nel tempo.
Valutazione
Diventa indispensabile avere momenti di valutazione del lavoro fatto in tutti i suoi aspetti. I percorsi pensati non sono rigidamente costruiti ma flessibili.
Si effettuerà la valutazione:
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Del percorso formativo iniziale, in itinere, finale attraverso una riunione collegiale sulla base dei seguenti criteri: rispondenza alle caratteristiche dell’utenza; effettiva maturazione della persona del bambino.
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Della proposta educativa, che deve essere congruente con le formalità espresse dallo statuto di cui il gestore è garante.
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Dalla progettazione didattica, allo scopo di verificare la sua funzionalità al raggiungimento delle finalità.
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Della funzione dell’adulto, sia rispetto agli specifici profili professionali, che il generale obbiettivo educativo della scuola.
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Della qualità del servizio.
Il monitoraggio avviene attraverso:
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riunioni tra gli operatori
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riunioni di supervisione con gli operatori esterni
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colloqui con le famiglie
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questionario rivolto alle famiglie
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incontri collegiali territoriali
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incontri con il tecnici dell’istituzione pubblica.
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